Creatività!
C’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha.
Chi usa bene la parte sinistra del cervello, quella creativa, e chi invece la destra ed è più analitico.
C’è l’artista che si sballa dibbrutto fratelli e c’è chi la creatività la ricerca da sempre, finendo sorpreso quando arriva per caso.
Due domande:
Come funziona davvero la creatività?
Ma soprattutto… quante ne ho sparate in queste poche righe?
Facciamo così!
Provo a fare un po’ d’ordine parlando di cosa sia, come funzioni e come stimolare la creatività.
Da dove arriva la creatività
Partiamo rispondendo a una domanda semplice: che cos’è la creatività?
La psicologa comportamentale Susan M. Weinschenk propone una definizione secondo me ottima:
La creatività è un processo (quindi qualcosa di perseguibile e non un tratto innato) che porta a nuove idee e a soluzioni capaci di dare risultati originali e di valore per qualcuno.
Ora, quel che ci interessa è capire da dove arrivi la creatività, e quindi sì, come avrai intuito, beh… dal cervello!
Prima accennavo alla storia delle parti sinistra e destra del cervello, ed è vero che queste hanno strutture cerebrali presenti in una e assenti nell’altra (tipo parlare e capire una lingua è di sinistra, rappresentare lo spazio è di destra).
Da diversi anni però, i neuroscienziati sono interessati alla connessione di destra e sinistra e delle diverse aree, cioè alle reti, a cosa facciano e a come interagiscano tra loro.
Che interessano a noi, di queste reti, ce ne sono tre. Nell’ordine:
- la rete dell’attenzione esecutiva (che ci fa concentrare)
- la rete cerebrale di default (attiva quando non pensiamo a nulla di particolare)
- la rete della salienza (che ci fa dire tutto d’un tratto: Aha!)
Seguendole possiamo capire molto sulla creatività e quindi… via col pedinamento!
Le 3 reti cerebrali della creatività
- Essere sballati per essere creativi è, in linea generale, una cavolata, un falso mito. Può essere valido per qualcuno, ma è dimostrato che, primo passo per iniziare ad essere creativi, è concentrarsi su un problema, un punto, un quesito.
Qui si attiva la rete dell’attenzione esecutiva. In questa fase è essenziale porsi la domanda giusta, senza andare con la testa già alla soluzione o a quella che vorremmo fosse la soluzione. Altrimenti si perde tempo. - Il secondo punto invece è… smettere di pensare al problema. Fare altro. Insomma, devi camminare, correre, fumare, guardare le nuvole, quel che ti pare.
Nei momenti in cui sei a riposo in realtà la mente è attiva, un’attività intensa, e questo è stato scoperto per caso. Ne ho parlato nel video dedicato al mind wandering, ma comunque, in questa fase si fanno simulazioni, si esplorano futuri probabili, si combinano idee. - E poi arriva la rete della salienza che praticamente funziona così.
Sei nel mezzo del tuo non pensare al problema, stai per andare a dormire magari, o sei incastrato nel traffico e AHA! L’idea geniale! Sì, proprio quella che stavi cercando.
La rete della salienza, sempre attiva in background, filtra i pensieri consci e quelli inconsci, ed è lei che, quando trova la combinazione di idee giusta per quel problema ti fa dire AHA! Eccola qui!
Quindi, in breve: come funzionano le 3 reti e cosa devi fare?
- Primo: pensa intensamente al problema, ragionaci su, esploralo.
- Secondo: prendi una pausa, stacca, fai partire la rete di default.
- Terzo: cogli l’idea che arriva, non lasciarla scappare.
4 modi per aumentare la creatività
Arriviamo alla questione clou!
Ma… è possibile aumentare la propria creatività?
Sì, e tra i vari modi, sempre la cara psicologa comportamentale Susan (basandosi anche su studi di altri colleghi) ne indica quattro, ovvero: il fantasticare, i vincoli, la collaborazione e… il dormire!
Aumentare la creatività fantasticando
Riguardo al fantasticare un po’ ho già detto, e rientra dopotutto nella fase due, quella della rete cerebrale di default e del mind wandering.
C’è però una precisazione da fare, e cioè che questo avere la testa per aria può essere di 3 tipi:
- positivo costruttivo
- colpevole disforico
- di scarso controllo attenzionale
Funziona solo il primo.
Gli altri due riguardano ossessioni, colpevolizzazioni e paranoie, oppure l’incapacità di focalizzare quel che ci passa per la testa lasciando tutto troppo vago e confuso.
Aumentare la creatività coi vincoli
I vincoli invece sono interessanti e c’è un esperimento che puoi provare a fare anche ora.
Prendi un foglio e scrivi quante più cose bianche ti vengano in mente nell’arco di 30 secondi.
Fallo, sul serio. Ti sto guardando, eh!
Ok, fatto?
Bene!
Ora, sempre in 30 secondi, scrivi alimenti o bevande di colore bianco.
Finito? Ottimo!
Su questo test la tendenza è generalmente quella di avere più parole nel secondo caso, quando appunto ci sono dei vincoli e non si è liberi di scervellarsi. Troppa libertà infatti, spesso significa poca chiarezza su cosa concentrarsi.
Aumentare la creatività collaborando
Per quanto riguarda la collaborazione invece ti dico una parola: brainstorming.
Quante volte in gruppo è capitato di fare un bel brainstorming per tirare fuori le idee?
Questo si è dimostrato un metodo molto più efficace rispetto al cercare spunti da soli. Altro stratagemma è il brainwriting, una versione del brainstorming che prevede di scrivere, ognuno per sé, alcune idee su un foglio senza dirle agli altri, per poi passare quanto scritto a chi si ha di fianco.
In questo modo il gruppo non viene influenzato e limitato dagli altri componenti. Non subito almeno, perché lo fa per gradi.
Aumentare la creatività… dormendo!
E arriviamo infine al sonno.
Chi dice che dormire non serve, e che anzi, i più creativi son quelli che non dormono mai, beh, forse si sbaglia.
Jeffrey Ellenbogen, direttore dello Sleeping Brain Lab, sostiene che la creatività migliori addirittura del 33% con la giusta quantità di sonno.
Dormendo ripassiamo quel che abbiamo imparato da svegli, decidendo cosa scartare e cosa destinare alla memoria a lungo termine. Qui la rivisitazione e il consolidamento delle informazioni creano un effetto positivo sulla creatività, dato che questa è creazione di relazioni e connessioni tra informazioni vecchie e nuove. Perciò suvvia: cogli l’attimo e vai a dormire!
La creatività si può allenare
Ora che hai questo quadro bello chiaro puoi anche smetterla di dire
Io non sono un tipo creativo, ho bisogno di bere o fumare per fare le mie cose e altre scemità simili.
Prova piuttosto a far caso al processo creativo e in quale punto ti trovi e, quando ti è possibile, sperimenta coscientemente uno dei metodi per aumentare la creatività. Si tratta solo di stare attenti e fare un po’ di pratica. La creatività non è innata, si può allenare.
Vista la complessità e ricchezza del tema comunque, sono certo che in futuro porterò altri contenuti per continuare l’approfondimento. Intanto però dimmi pure cosa ne pensi, parliamone e confrontiamoci.
Letture consigliate
100 nuove cose che il designer deve sapere sulle persone, di Susan M. Weinschenk
Come motivare le persone, di Susan M. Weinschenk
Ehi, c’è anche il video!
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